martedì 12 agosto 2014

Film vintage: Tutti a casa


Tutti a casa, un film di Luigi Comencini, padre-fondatore della commedia all’italiana (con gli autori Age (Agenore Incrocci) e Scarpelli (Furio Scarpelli). del regista Comencini ricordiamo: Pane amore e fantasia (1953), con Vittorio de Sica e Gina Lollobrigida, Tutti a casa (1960), La ragazza di Bube (1963), tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Cassola con Claudia Cardinale protagonista, Lo scopone scientifico (1972) e La donna della domenica (1975). Per la televisione ha realizzato negli anni settanta lo sceneggiato Pinocchio e nel 1984 lo sceneggiato Cuore, dal romanzo di De Amicis.
Il film "Tutti a casa" è del 1960, la sceneggiatura è di Age e Scarpelli, gli interpreti, oltre ad Alberto Sordi sono Eduardo DeFilippo, Serge Reggiani, Martin Balsam, Carla Gravina. Premi: David di Donatello per Alberto Sordi, migliore attore protagonista.


L’8 settembre del 1943, con l’esercito sbandato e senza ordini, il sottotenente Alberto Innocenzi (Sordi) è abbandonato dalla sua compagnia mentre si reca al comando e così indossati abiti borghesi si mette in marcia verso casa, con l’illusione che la guerra fosse finita. Durante il lungo viaggio di ritorno verso Roma assiste alla deportazione di un suo compagno e assiste all’assassinio di una giovane ebrea ad opera di soldati nazisti. Dopo un drammatico colloquio con il padre che vorrebbe farlo arruolare nell’R.S.I. scappa dalla capitale e giunge a Napoli dove è testimone della ribellione della città durante le quattro giornate, il primo atto di ribellione ufficiale e popolare al nazifascismo.

Sordi incarna perfettamente il personaggio del tenente Innocenzi, nessuno meglio di lui poteva dar vita al personaggio del piccolo borghese che non capisce la dimensione del dramma in cui è stato messo, astuto e bonario, interpretandolo senza sbavature farsesche, senza forzature vernacole. Il film è tragico e spesso si ride di un riso amaro, come quando uscendo dal tunnel si accorge che i suoi uomini sono scappati o quando ruba un pacco pieno di vettovaglie ad un suo soldato. Dopo aver cercato di scappare dalla guerra e dai tedeschi, vicino all’amico morto, alle macerie della città di Napoli, decide di riprendere a combattere e va ad aiutare due giovani partigiani che non riescono a montare una mitragliatrice. E quando il capo che lo crede uno di loro di dice dove dirigere i colpi risponde Signorsì e si mette a sparare.

Non molto convincenti è l'episodio del prigioniero americano nascosto dai familiari di uno dei protagonisti, molto drammatiche le pagine della fuga sul campanile nascosta dalle preghiere delle pie donne o il passaggio del treno che trasporta i prigionieri in Germania.